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Sabato 24 Giugno 2017, a cultura può insegnare un qualcosa di fenomenale, importante e irrinunciabile: la critica. Lo spirito critico, lo sanno bene i filosofi e gli studiosi di filosofia è “l’utensile” fondamentale di qualsiasi pensatore, almeno come il bisturi per un chirurgo. Purtroppo la critica è diventata la nemica numero uno della dialettica pubblica, e quando mi riferisco a questo aspetto, faccio chiaro riferimento a tutto ciò che può essere condiviso pubblicamente on line, o che apprendiamo dai media principali. E' meraviglioso il concetto espresso dal filosofo K.R. Popper "Io credo che tutti gli uomini siano filosofi, anche se alcuni lo sono più di altri”, sottoscritto anche in modo esaustivo da Gramsci. Occorre uscire dal pensiero stretto e rigoroso che l’essere implicitamente “filosofi” implica necessariamente aver letto: Platone, Aristotele,
Kant, Cartesio etc… L’essere filosofi ha un senso più ampio e profondo, implica la natura stessa dell’attività di pensiero di un individuo che sviluppa una propria filosofia di vita e almeno questo è un qualcosa che facciamo tutti. Quando parliamo di “dialettica pubblica” ossia di quegli argomenti che sono collettivamente condivisi e condivisibili, diventa d’importanza estrema l’approccio critico degli individui. E’ in questo senso che la “critica” può diventare estremamente pericolosa, soprattutto quando ci riferiamo al dibattito politico e lo vogliamo o no, ci piaccia o meno, questo condiziona in modo prevaricante la società in cui viviamo.