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Martedì 14 Febbraio 2017, Il tema della coltivazione degli OGM divide opinione pubblica, politici e tecnici: i favorevoli sostengono la coltivazione “geneticamente ingegnerizzata”, mentre i detrattori evidenziano la necessità della preservazione della biodiversità e del “Bio”. L’Europa, nella Direttiva (Ue) 2015/412, lascia ai singoli Stati la scelta di consentire o vietare la coltivazione degli OGM. Dal sondaggio del 2014 dell’American Association for the Advancement of Science (AAAS), pubblicato sulla rubrica “Science” dell'“Huffington post” (Jon Entine, AAAS scientists: consensus on GMO safety firmer than for human-induced climate change, 29 gennaio 2015), emerge una differenza significativa tra il punto di vista del mondo scientifico e quello dell’opinione pubblica. Gli OGM sono sicuri per l’88% degli scienziati, mentre solo il 37% della popolazione generale li considera tali (Cary Funk, Lee Rainie, Public and Scientists’ Views on Science and Society, “Pew Research Center”, 29 gennaio 2015). Roberto Defez evidenzia che il dato, pur di derivazione americana, è estensibile anche all’Italia (Roberto Defez, Il caso OGM. Il dibattito sugli organismi geneticamente modificati, Carocci, 2014). Per quanto riguarda la diffusione della coltivazione di prodotti biologici a livello mondiale, la situazione appare netta: da una parte l’Europa, che rimane ancora scettica nei confronti degli OGM, dall’altra gli Stati Uniti, con il 70% dei campi coltivati con OGM. La posizione dell’Italia è delicata poiché il nostro paese ha fatto del Made in Italy e della straordinaria biodiversità delle sue coltivazioni un enorme patrimonio di unicità.