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Domenica 15 Gennaio 2017,
Più di 20 associazioni hanno lanciato un appello al governo Gentiloni chiedendo un impegni in sede Ue per sostenere il divieto dell’uso profilattico e metafilattico dei trattamenti di massa preventivi e il divieto assoluto degli antibiotici di importanza critica per l’uomo a scopo preventivo negli allevamenti. Ecco il testo dell'appello al Ministero della Salute: “L’Italia, all’interno dei Paesi Ue, è il terzo più grande utilizzatore di antibiotici negli allevamenti, con la situazione più critica negli allevamenti intensivi: il 71% degli antibiotici venduti in Italia va agli animali d’allevamento e il 94% di questi trattamenti è di massa. Questa modalità di utilizzo degli antibiotici è la condizione a più alto rischio per la nascita di super batteri che dagli allevamenti possono raggiungere le persone e farle ammalare, contribuendo a far salire il numero di morti per antibiotico resistenza (tra 5.000 e 7.000 persone all’anno in Italia). La strada maestra per contrastare l’antibiotico-resistenza è far ridurre significativamente il consumo di antibiotici”. Non solo. In Parlamento - come scrive www.ilfattoalimentare.it - un’interrogazione chiede all'esecutivo di diminuire l’uso di antibiotici negli allevamenti. La denuncia e le richieste delle associazioni sono state riprese dal presidente della Commissione ambiente di Montecitorio, Ermete Realacci. Il deputato dem in un’interrogazione ricorda come il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Margaret Chan, durante l’ultima assemblea generale delle Nazioni Unite abbia definito l’antibiotico-resistenza un “lento tsunami” che sta minando la salute a livello mondiale. La previsione è che entro il 2050, si passerà dalle attuali 700.000 persone, che muoiono ogni anno nel mondo a causa dell’antibiotico-resistenza, a 10 milioni.