In un articolo sottoposto per la pubblicazione sulla rivista "The Astrophysical Journal" viene riportato uno studio dell'eccezionale ritmo di formazione stellare nella galassia M82. Un team di ricercatori guidato da Alberto Bolatto dell'Università del Maryland a College Park, ha usato il telescopio spaziale James Webb per mappare i potenti venti galattici che espellono vaste quantità di gas.
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In due articoli, uno pubblicato sulla rivista "Nature" e uno accettato per la pubblicazione sulla rivista "Astronomy & Astrophysics", vengono riportati diversi aspetti di uno studio della galassia GN-z11, una delle più distanti conosciute, che ha rivelato la presenza del più distante e antico buco nero trovato finora.
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Immagini di 19 galassie a spirale catturate dal telescopio spaziale James Webb sono state rilasciate all'interno del progetto PHANGS (Physics at High Angular resolution in Nearby GalaxieS). Si tratta di galassie distanti fino a 65 milioni di anni luce che vediamo di piatto.
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In un'immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble viene mostrato LEDA 60847, un gruppo di galassie interagenti. La galassia più grande ha un nucleo galattico attivo con un buco nero supermassiccio circondato da materiali che vengono scaldati al punto da generare le emissioni elettromagnetiche dietro alla sua luminosità. Questa galassia sta interagendo con le sue vicine.
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In un articolo in fase di pubblicazione sulla rivista "The Astrophysical Journal" vengono riportati i risultati di osservazioni di galassie primordiali che mostrano strane forme, decisamente diverse da quelle a cui siamo abituati e paragonate a banane e perfino a grissini.
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In un articolo pubblicato sulla rivista "Nature Astronomy" viene riportata una spiegazione alla scarsità di galassie a spirale nel cosiddetto Piano supergalattico. Un team di ricercatori ha usato risultati ottenuti dalla simulazione al supercomputer SIBELIUS per offrire una spiegazione basata su fusioni galattiche.
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In un'immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble viene ritratto Arp-Madore 2339-661, un oggetto che fino a non molti anni fa era considerato una coppia di galassie interagenti, catalogate come NGC 7733 (in basso a destra) e NGC 7734 (in alto a sinistra). Tuttavia, osservando il braccio superiore di NGC 7733 è possibile vedere una sorta di grande nodo di colore diverso dal blu.
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In un'immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble viene mostrata Arp 107, una coppia di galassie interagenti che stanno andando verso una collisione. Le due galassie, la galassia spirale UGC 5984 (o PGC 32620) e la galassia ellittica MCG +05-26-025 (o PGC 32628), finiranno questo processo in una fusione.
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In un articolo pubblicato sulla rivista "The Astrophysical Journal Letters" viene riportata la scoperta del gas molecolare freddo più distante nel mezzo interstellare della galassia che ospita il quasar soprannominato Pōniuāʻena, uno dei tre quasar luminosi più distanti conosciuti.
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In un articolo pubblicato sulla rivista "The Astrophysical Journal Letters" viene riportato uno studio che indica che l'universo primordiale era molto più luminoso di quanto previsto dalle simulazioni basate sugli attuali modelli cosmologici. Un team di ricercatori coordinato dal Centro di Astrobiologia di Madrid ha usato osservazioni condotte con il telescopio spaziale James Webb per esaminare g
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In tre articoli pubblicati sulla rivista "The Astrophysical Journal" vengono riportati vari aspetti di uno studio sull'epoca della reionizzazione e portano prove che le prime galassie hanno trasformato l'universo da un luogo opaco all'attualre luogo in cui la luce si diffonde.
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In un articolo pubblicato sulla rivista "The Astrophysical Journal Letters" vengono riportate le prove della scoperta del protoammasso galattico più antico conosciuto finora. Un team di ricercatori guidato da Takahiro Morishita del Caltech che include vari ricercatori dell'INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) ha individuato l'ammasso in fase di formazione catalogato come A2744-z7p9.
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In un'immagine (NASA, ESA, CSA, STScI. Elaborazione: Alyssa Pagan (STScI)) catturata dal telescopio spaziale James Webb viene ritratta Arp 220, una galassia che è il risultato, ancora non del tutto completato, di una fusione galattica. Intensi processi sono in atto all'interno di questa nuova galassia come conseguenza, a cominciare da una notevole attività di formazione stellare.
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In un articolo pubblicato sulla rivista "Nature" viene riportata la scoperta di una coppia di galassie in fase di fusione catalogata come SDSS J0749+2255 che ha la peculiarità di ospitare un doppio quasar. Un team di ricercatori guidati dall'Università dell'Illinois a Urbana-Champaign ha usato vari telescopio spaziali e al suolo per studiare SDSS J0749+2255.
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In un'immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble viene mostrata la galassia Z 229-15. Una combinazione degli strumenti Advanced Camera for Surveys (ACS) e Wide Field Camera 3 (WFC3) con tre filtri diversi è stata usata per ottenere osservazioni che includono emissioni ultraviolette, ottiche e nell'infrarosso vicino.
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In un articolo pubblicato sulla rivista "Astronomy & Astrophysics" viene riportata l'individuazione di un gruppo di galassie primordiali che potrebbero essere tra quelle che hanno contribuito alla reionizzazione dell'universo, facendolo diventare da buio a luminoso.
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In un numero speciale della rivista "The Astrophysical Journal Letters" è contenuta una serie di articoli che riportano i primi risultati dell'indagine PHANGS–JWST. Oltre cento ricercatori della collaborazione Physics at High Angular resolution in Nearby Galaxies (PHANGS) hanno usato il telescopio spaziale James Webb per esaminare le galassie M74, NGC 7496, IC 5332, NGC 1365 e NGC 1433.
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In un'immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble viene mostrato un terzetto di galassie che stanno interagendo. Catalogato come SDSSCGB 10189, il terzetto costituisce un raro caso di tre galassie massicce con notevole formazione stellare distanti tra loro meno di 50.000 anni luce.
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In un'immagine catturata dal telescopio spaziale James Webb viene ritratta la galassia LEDA 2046648 immersa in un vasto gruppo di altre galassie più o meno lontane. Molte galassie a spirale sono distinguibili ed è normale dato che si tratta del tipo più comune. Lo strumento NIRCam ha catturato molti dettagli di LEDA 2046648 nonostante sia distante oltre un miliardo di anni luce dalla Terra.
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In un articolo accettato per la pubblicazione sulla rivista "The Astrophysical Journal" vengono riportati i risultati di uno studio della struttura e morfologia delle galassie esistenti nei primi tre miliardi di anni di vita dell'universo.
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