Ovidio racconta come la ninfa si trasformava in mille modi per sfuggire all’amore del dio, ma Giove riunì tutte le ninfe del Lazio e chiese loro di aiutarlo a prendere la fuggitiva. Secondo Virgilio era figlia del re mitico Dauno e sorella di Turno, il nemico di Enea. Inviata da Giunone per rompere il duello che doveva finire con la morte di Turno, fu spaventata dall’arrivo di una Furia mandata d
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Il suo aspetto è alquanto minaccioso, basti pensare che tiene serpenti fra i capelli; tuttavia la dea ha anche un ruolo benevolo giacché è suo compito, secondo quanto ricostruito da Dumézil, pure quello di assistere chi si trova in difficoltà a causa della guerra, aiutandolo a uscirne. Ancora, va rimarcato che è a Bellona che ci si rivolge per scongiurare la guerra quando ancora è possibile: e s
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La dea Opi, sposa di Saturno, aveva il compito di proteggere la fertilità, la natura, il grano mietuto e posto nei granai. Venerata come grande madre degli dei. Tutelava le montagne e le fortezze. Essendo raffigurata con una corona che aveva la forma delle mura di una città era nota anche come Mater turrita. All’uomo moderno, Opi, Abbondanza, Annona, Cerere, Bona Dea e Tellus possono essere confu
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opi rea saturno
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Turno riunì i suoi alleati tra cui Camilla dei Volsci e l’esiliato etrusco Mezenzio. Enea ebbe l’appoggio di Tarconte, re degli Etruschi, i quali odiavano Mezenzio per la sua crudeltà, e di Evandro l’arcade, che era imparentato con i Troiani e aveva da poco fondato la sua colonia a Pallanteo (sul colle Palatino). Durante l’assenza di Enea, recatosi in Etruria in cerca di altri alleati, Turno att
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Come pura potenzialità, il mondo di Fortuna era dialetticamente contrapposto all’attualità di Giove. Pertanto, la religione romana ispirata all’ordine di Giove proibiva ai pubblici magistrati la consultazione dell’oracolo prenestino. A Roma, sempre in aprile, era celebrata anche con i nomi di Fortuna Virile e di Fortuna Pubblica; la prima era venerata assieme a Venere Verticordia; la seconda avev
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Presso l’Urbe Semo Sancus era meglio noto come Dius Fidius, dio dei giuramenti. Era considerato il genio della luce celeste, figlio di Giove Diespiter o Lucetius, il vendicatore di disonestà, il sostenitore della verità e della buona fede, la cui missione sulla terra era di garantire la santità dei contratti, del matrimonio, e l’ospitalità. Di qui derivano i suoi diversi nomi e la sua identifica
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dius fidius sancus
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Ricordiamo che scomparso Enea (abbastanza misteriosamente), il figlio Ascanio fondò Albalonga, che divenne la capitale di una lunga dinastia di re, discendenti di Enea, fino a giungere a Amulio e Numitore, figli del quindicesimo re di Albalonga. Amulio, il minore, volendo regnare da solo, scacciò Numitore, ne uccise il figlio e costrinse la figlia, Rea Silva, a diventare vestale, sacerdotessa con
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Vertumno si innamorò di Pomona, antichissima dea latina dei frutti, venerata con un proprio flamine (flamen Pomonalis) e un luogo speciale di culto, il Pomonal, sulla Via Ostiense. Per avvicinarsi al
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Presso l’Urbe Semo Sancus era meglio noto come Dius Fidius, dio dei giuramenti. Il culto di Semo Sancus Sanctus Dius Fidius è stato importato a Roma, in un periodo remoto, dai Sabini che per primi co
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Egeria era una ninfa alla quale è attribuito, nella storia dell’antica Roma, il ruolo di divina consorte e consigliera di Numa Pompilio, secondo re di Roma. La leggenda vuole che Egeria avesse dettat
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