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Martedì 03 Aprile 2018, Il Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi ospita dall’8 aprile al 3 maggio 2018 la mostra di icone e dipinti dell’artista russo Dimitri Kuzmin.
La mostra, che è patrocinata dall’Associazione Russkaya Versilia, sarà inaugurata Domenica 8 aprile alle ore 18 al MUG con introduzione di Vittorio Guidi e presentazione di Giuseppe Joh Capozzolo .
L’esposizione sarà visitabile fino al 3 maggio su appuntamento al 348-3020538 o museougoguidi@gmail.com mentre al Logos Hotel – via Mazzini 153 – dove sarà esposta una parte delle opere dello stessa artista, tutti i giorni dalle 10 alle 23.
NOTE BIOGRAFICHE Dimitri Kuzmin nasce a Tulcea, Municipio della Romania attraversato dal Danubio, da genitori russi. La formazione culturale di Dimitri è trasversale e multidisciplinare. Infatti, dopo aver compiuto nella stessa città studi scientifici che lo porteranno successivamente a diplomarsi in ingegneria elettromeccanica a Costanza in seno alla Flotta della Marina Rumena, frequenta un collegio artistico sempre a Tulcea, specializzandosi in pittura e Restauro presso la Scuola di Restauro del Vaticano. Inizia quindi un percorso produttivo e formativo che lo porterà ad accrescere nel tempo la sua esperienza e la sua cultura come iconografo e restauratore specializzato.
NOTE CRITICHE
“L’arte di Dimitri Kuzmin è diretta espressione di un profondo senso di spiritualità che permea l’attività creativa come ogni altro aspetto della sua quotidianità. Anche il modo di essere, discreto, misurato, votato alla serafica accettazione della Vita e del suo destino, costituiscono indizio di una dimensione mistica che riesce a sovrastare persino la fisicità possente di Dimitri. E’ una spiritualità che si esprime sicuramente con le raffigurazioni di Arte Sacra, in particolare le icone di cui Dimitri Kuzmin è maestro iconografo, ma anche con le diverse rappresentazioni figurative che l’artista affronta con un approccio che, ricordando a tratti il Canaletto per la resa atmosferica e per la scelta delle particolari condizioni di luce delle vedute veneziane, tende ad esaltare cromie parimenti presenti nell’arte religiosa orientale come in quella medievale occidentale le quali svelano simbologie direttamente riferite ai colori dei pigmenti variamente impiegati. Nelle composizioni di Kuzmin, ovviamente quelle di carattere sacro, ma anche quelle di natura profana, si possono scorgere diverse tonalità: il colore bianco, espressivo di purezza, il rosso, che si riferisce alla passione, il verde, colore della vita e della crescita spirituale, il blu, che apre alla vita divina, trascendente; tuttavia il colore su cui più insiste Dimitri, a mio parere, è il giallo. Questa cromia si rinviene quasi ovunque nella sua produzione e in qualche modo vorrà significare che il Mondo, la Natura e tutto l’Esistente riceve ab origine la luce di Dio, una luce che nelle rappresentazioni del Divino diventa Oro, luce per antonomasia e che nelle icone spiega l’infinito.
La religiosità di Dimitri, naturalmente, si svela appieno nelle produzione iconografica. Dimitri più volte mi ha spiegato che queste raffigurazioni sono sacre, sono acherotipe, costituiscono cioè il prodotto della volontà divina che agisce attraverso la mano dell’iconografo, che, per questo motivo, a differenza dell’autore di opere d’arte religiosa rinascimentale, non è il protagonista dell’opera ma soltanto strumento della sua genesi. E’ sorprendete la modestia – affatto inconsueta nel mondo dell’Arte contemporanea – con cui Dimitri mostra il suo ruolo marginale nella creazione delle icone, che, spiega, costituiscono un vero e proprio portale, una finestra luminosa, verso il trascendente, verso Dio. E si badi bene che tutto il processo di realizzazione dell’icona dalla preparazione dei pigmenti, alla loro scelta, dalla composizione alla ripetitività propria delle raffigurazioni iconiche, rappresentano la piena adesione al canone divino. L’icona, pertanto, delinea l’essenza dell’esperienza religiosa che si dispiega attraverso la resa fedele, seppur volutamente semplificata, del dato di realtà. L’Arte di Dimitri Kuzmin rispecchia assolutamente questa sorta di “realismo metafisico”. Per Dimitri Kuzmin in definitiva rappresentare la realtà delle cose in terra e la realtà trascendente forma un tutt’uno che risponde al sostantivo “fedeltà”, inteso come sottomissione a Dio e al suo Destino, come espressione della sua Volontà”
Giuseppe Joh Capozzolo