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Sabato 24 Giugno 2017, Giovedì 19 settembre 1991. Una bellissima giornata fa da cornice al trekking di due turisti tedeschi sulle Alpi Venoste (Alto Adige). Lungo il loro percorso di discesa si imbatterono in qualcosa di davvero sconvolgente: il corpo di un uomo riverso in posizione supina emergeva dai ghiacci. Tornati al rifugio avvertirono le autorità competenti. Nei giorni seguenti vennero immediatamente avviate le fasi di indagine e recupero. Chi era il misterioso uomo? Inizialmente tutti erano convinti che si trattasse di un alpinista morto per un incidente qualche anno prima. Ma una volta estratto il corpo e gli oggetti che aveva con sé fu chiaro che si trattava di un uomo
adulto che proveniva da un tempo molto remoto. Ancora una volta la terra restituiva la testimonianza di una vita antichissima risalente al Neolitico.
La sensazionalità della scoperta ebbe una grande eco nella comunità scientifica. Ad accrescere l’interesse fu il fatto che ci si trovava dinnanzi ad una mummia molto antica e ben conservata che poteva fornire molte informazioni e che il corredo che l’accompagnava era molto ben documentato. Una scoperta simile in Europa non era mai stata fatta prima. Nel 1992 cominciò una campagna di scavo più accurata per cercare di carpire dalla terra e dai ghiacci più informazioni possibili che consentissero di capire chi erano le popolazioni e come vivevano in quelle terre 5300 anni prima. Ötzi, così fu battezzato perché ritrovato nelle Ötztaler Alpen, oggi riposa presso il Museo Archeologico dell’Alto Adige di Bolzano in una sofisticata cella frigorifero, che ripropone le condizioni del ghiacciaio per consentirne la corretta conservazione.