Segnalato da FulvioBeltramiKampala il
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Mercoledì 19 Aprile 2017, Lo scorso 12 aprile lo sciopero generale indetto in Sudafrica per richedere le dimissioni del presiedente Jacob Zuma, prima della scandenza del suo mandato (2019) hanno visto una forte partecipazione popolare, segno che la maggioranza di sudadricani (neri e bianchi) non tollera più un governo considerato corrotto e semi mafioso.
Lo sciopero generale rappresenta il punto di non ritorno di una opposizione che al momento vede l’alleanza tra due partiti di tendenze ideolgiche diametralmente opposte: il partito borghese bianco Alleanza Democratica e il partito marxista nero Economic Freedom Fighters – EFF (Combattenti della Libertà Economica) guidato da Juilus Malema. L’alleanza tra i due principali partiti d’opposizione è solo temporanea. Alleanza Democratica considera le dimissioni di Zuma un atto dovuto per rafforzare la demorazia nel Paese. I Combattenti per la Libertà Economica, come primo passo per la rivoluzione socialista. In previsione del futuro braccio di ferro con la borghesia il leader marxista conquista il vantaggio politico ponendosi alla testa del movimento popolare “Zuma must fall” (Zuma deve cadere). Il partito borghese nonostante il suo temporaneo momentum sembra non essere considerato dalle masse nere (86% della popolazione). I Blacks rimangono idecisi tra il loro partito storico ANC di Nelson Mandela e il nuovo partito marxista.