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Martedì 28 Novembre 2017, Sarà per le abbondanti piogge che hanno colpito il nostro territorio tra il 12 e il 13 novembre, evento con un tempo di ritorno collocabile tra i 25 e i 50 anni, fatto sta che negli ultimi giorni sembra essersi un po’ allentata l’attenzione sulla gravissima emergenza idrica che ha caratterizzato l’anno in corso.
Solo gli sforzi silenziosi, ma ciò non di meno straordinari, dei vari operatori addetti alla gestione delle risorse idriche hanno potuto evitare che una crisi meteorologica diventasse anche un dramma economico; basti pensare all’importanza nel tessuto economico romagnolo del settore agro-alimentare, duramente colpito dallo stato di prolungata siccità. Tra i principali attori di questa attività di soccorso all’economia del territorio, oltre che alla sicurezza idraulica, c’è il Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale.
Nel distretto di pianura, in larga parte coincidente con il territorio a valle della via Emilia tra Sillaro a ovest, Lamone a est e Reno a nord (comuni di Imola, Mordano, Sant’Agata, Massa Lombarda, Conselice, Alfonsine, Fusignano, Lugo, Cotignola, Bagnara, Solarolo, Castel Bolognese, Faenza, Bagnacavallo, Ravenna con gli abitati di Savarna, Sant’Alberto, Mandriole, Casalborsetti) il Consorzio ha in gestione diretta un reticolo di 1.000 km di canali di scolo che all’occorrenza fungono anche da vettori irrigui, nonché un’estesa rete di condotte interrate in pressione, alimentate da centrali di pompaggio. La fonte di approvvigionamento idrico pressoché esclusiva è rappresentata dal CER – Canale Emiliano Romagnolo, opera idraulica di rilevanza nazionale che a sua volta si alimenta con una derivazione dal fiume Po concessa per una portata di 68 metri cubi al secondo, di cui circa 15 metri cubi al secondo riservati al comprensorio della Romagna Occidentale.